venerdì 30 dicembre 2016

Capodanno, il 78% degli italiani resta a casa. Ecco come sarà il cenone


Capodanno, il 78% degli italiani resta a casa. Ecco come sarà il cenone




Più di tre italiani su quattro (78%) consumeranno nelle case il cenone di fine anno. Tra chi ha scelto di mangiare fuori, il 15% è andato al ristorante e il 3% ha preferito l’agriturismo. Il restante ha fatto scelte diverse. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè in vista del Capodanno. Si prevede che saranno destinati alla tavola in media 80 euro a famiglia.

A Capodanno lo spumante è d’obbligo

Lo spumante, sottolinea la Coldiretti, si conferma come il prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci (89%). È seguito a ruota dalle lenticchie, presenti nell’88% dei menu per le loro proprietà salutistiche. Ma anche per la solidarietà con le aree terremotate dove vengono coltivate e forse anche perché in un periodo di crisi sono chiamate a portar fortuna secondo antiche credenze. Si abbandonano le mode esterofile del passato con il 9% di italiani che si permettono le ostriche e l’8%, il caviale.

Resiste il salmone, cresce la voglia di vongole

A Capodanno resiste il salmone presente nel 56% dei menu. Ma forte è la presenza del pesce locale a partire da vongole e alici per le quali si assiste a una vera riscossa sulle tavole. Forte è la presenza del cotechino nel 72% delle tavole. Si stima che siano serviti 6,5 milioni di chili di cotechini e zamponi, con una netta preferenza per i primi. Durante le festività di fine anno, precisa Coldiretti, viene utilizzato circa il 90% del totale della produzione nazionale. In gran parte è certificata come Cotechino e Zampone di Modena Igp.

Molti acquistano prodotti tipici delle zone del sisma

Si rileva anche una apprezzabile richiesta per cotechini e zamponi artigianali, magari acquistati direttamente dagli allevatori, in azienda, nei mercati o nelle botteghe di Campagna Amica, dove la componente di carne italiana è pari al cento per cento. E tra le importanti novità di quest’anno, conclude Coldiretti, c’è lo spazio dedicato alla solidarietà. Quasi un italiano sui 4 (24%)  ha infatti scelto di acquistare prodotti tipici dei territori colpiti dal sisma. 


Ponti e festività del 2017: tutte le date

Ponti e festività del 2017: tutte le dateSe il rientro dalle vacanze di Natale vi sembra un inferno, e non vedete l'ora di prendevi qualche giorno di pausa dal lavoro, per il 2017 potete prepararvi a gioire, grazie alle festività e ai conseguenti ponti che si annunciano ricchi. Dando un'occhiata al calendario, si prospettano numerose occasioni per approfittare di ponti che permetteranno di stare lontano dall'ufficio per qualche giorno. A partire dal secondo weekend di gennaio, con l'Epifania che cadrà di venerdì, permettendo di godere di qualche giorno di vacanza dalla sera di giovedì 5 fino a domenica 8 gennaio.
Purtroppo però, per programmare un altro weekend lungo, si dovrà aspettare fino ad aprile, per Pasqua, che quest'anno cadrà domenica 16 aprile. Il lunedì dell'Angelo sarà quindi il 17 aprile, e sempre nello stesso mese si potrà approfittare del 25 aprile (festa della Liberazione) che ricorrerà di martedì, dando l'occasione di approfittare di un ponte lungo. Basterà chiedere venerdì 21 e lunedì 24 come giorni di ferie per godere di ben cinque giorni di vacanza, ideali per ritagliarsi una piccola vacanza.Qualche giorno più tardi sarà il primo maggio, la festa dei lavoratori, che cadrà di lunedì, dando l'opportunità di allungare il weekend di un giorno. Anche il 2 giugno, un venerdì, si prospetta l'occasione ideale per programmare un fine settimana lungo, seguito poi da Ferragosto, che nel 2017 cadrà di martedì, dando l'opportunità ai lavoratori di godere di un ponte o organizzare una breve fuga al mare.
Anche la fine del 2017 promette lunghi ponti, come l'1 novembre, che sarà un mercoledì (con due giorni di ferie si potrà godere di 5 giorni di vacanza) e l'8 dicembre, giorno dell'Immacolata, che cadrà di venerdì. E se quest'anno il Natale si è celebrato di domenica, lasciando l'amaro in bocca a molti lavoratori, il 2017 sarà salutato con un lungo ponte natalizio. Il 25 dicembre sarà un lunedì, quindi essendo il giorno di Santo Stefano (26 dicembre) martedì, si potrà approfittare di un altro lungo fine settimana.


Capodanno, spumante batte champagne 9 a 1

Per la notte del 31 dicembre gli italiani brinderanno con il classico spumante nostrano. Lo sceglieranno nove persone su dieci.



Si scrive spumante, ma si legge Prosecco. Il boom delle bollicine 
italiane nel mondo sta tutto lì, nel bianco frizzante che si produce 
Veneto e Friuli Venezia Giulia. 
Secondo i dati Istat elaborati da Coldiretti, nel 2014 lo spumante italiano 
sorpassato per la prima volta lo Champagne nelle vendite 
oltreconfine, grazie a un aumento del 20% nell’export per un totale 
record di 320 milioni di bottiglie consegnate all’estero. Le 
esportazioni dello Champagne, invece, si sono fermate a 307 milioni
bottiglie, con un modesto aumento dello 0,7%. «Curioso - dicono
Coldiretti - è il fatto che nel 2014 sono state esportate in Francia ben
 9,8 milioni di bottiglie di spumante made in Italy, mentre al contrario
 da Oltralpe sono arrivate in Italia solo 5,8 milioni di bottiglie
di Champagne».  

Un traguardo storico  
Un risultato confermato anche dalle rilevazioni Nielsen sul mercato 
Usa, dove le bollicine italiane l’anno scorso hanno superato 
nell’off-premise (fuori casa) lo Champagne anche in valore: 246 milioni 
di dollari contro 231 milioni. Un successo, spiega il Corriere 
Vinicolo, trainato principalmente dal successo del Prosecco, le cui 
vendite negli Stati Uniti hanno fatto un balzo del 30% superando il 
milione di casse (equivalenti a 10 milioni di bottiglie), per un 
controvalore di 150 milioni di dollari.  

Il più venduto  
Un dato che porta il Prosecco a rappresentare il 61% degli spumanti 
italiani venduti negli Usa, il 26% sul totale degli importati e il 13% 
di quello venduto nei supermercati e liquor store. Ancora migliore la 
sua performance in Gran Bretagna, primo mercato in assoluto per 
Prosecco, dove le vendite nel 2014 sono cresciute del 75% per un 
valore stimato di circa un miliardo di sterline. 
E se nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo, 
dopo il Prosecco, ci sono l’Asti il Franciacorta, sono da segnalare 
anche i risultati ottenuti sui nuovi mercati, come la crescita record 
delle esportazioni in Cina, dove le bottiglie frizzanti italiane 
consumate sono quasi raddoppiate (+90%) rispetto al 2013. 
«Il Prosecco - spiega il presidente dell’Unione Italiana Vini, 
Domenico Zonin - ha fatto la parte del leone perché si è trovato a 
essere il prodotto giusto al momento giusto. Si è ripetuto ciò che 
era successo anni fa con il boom del Pinot Grigio: oggi tutti 
vogliono bollicine non troppo complesse, con un ottimo rapporto 
qualità prezzo e da bere anche a tutto pasto». 

Gestione e controllo  
Un successo che secondo Zonin (la cantina di famiglia è la più 
grande produttrice privata di Prosecco, con 20 milioni di bottiglie)
 va gestito: «E’ una Doc giovane e ha bisogno di maturare esperienza. 
ul fronte dei prezzi, c’è la necessità di mantenerli entro una certa forbice, 
uò far mancare il prodotto. Potrebbe essere utile introdurre lo strumento 
del blocage/deblocage, così come fa l’Asti Docg da alcuni anni. 
Meglio avere più giacenze e consentire alle aziende un maggiore 
raggio d’azione».





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