sabato 31 dicembre 2016

Freeze

Bellezza, il 2017 sarà l'anno del seno. 

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Più grande, ma anche più piccolo e infine di forma più corretta e gradevole. Nella hit degli ritocchi maggiormente visualizzati su www.sicpre.it, 3 su 5 sono relativi alla correzione del decolletée. La previsione degli interventi più richiesti nel 2017 firmata dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE vede nella top five anche naso e filler

Mastoplastica additiva, rinoplastica e mastoplastica riduttiva. Saranno questi gli interventi più eseguiti nel 2017 secondo la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE, che raccoglie l’80% degli specialisti del nostro Paese. La previsione nasce dall’analisi delle visualizzazioni delle schede dedicate ai singoli interventi pubblicate sul sito www.sicpre.it.

“Abbiamo rifatto la stessa rilevazione eseguita in questo periodo nel 2014 – spiega il presidente Paolo Palombo -: intervento per intervento, abbiamo contato le visualizzazioni effettuate da parte degli utenti del sito. Si tratta delle pagine descrittive delle diverse operazioni, senza alcun legame con novità o fatti di cronaca. Pagine, quindi, che consulta chi sta pensando di sottoporsi proprio a quell’intervento”.

Per la seconda volta, quindi, la SICPRE ha adottato il modus operandi di portali come TripAdvisor ed Expedia, le cui proiezioni per il futuro nascono dai dati relativi alle ricerche degli utenti. Identico il presupposto alla base: se cerco notizie turistiche su Londra, è perché mi interessa quella città e ci voglio andare; se cerco notizie specialistiche sulla mastoplastica additiva, è perché sto prendendo in considerazione l’intervento. Questi i dati relativi alle visualizzazioni:

mastoplastica additiva 429 visite; rinoplastica 399 visite;

Mastoplastica riduttiva 388 visite; mastopessi (cioè lifting del seno) in abbinata a mastoplastica additiva 311 visite. Insomma, non ci sono dubbi che il naso abbia la sua importanza (il suo ritocco è previsto in seconda posizione tra gli interventi più richiesti), ma in generale il 2017 si annuncia come l’anno del seno, dominato dal sogno di un decolletée sempre più vicino ai propri ideali.

“La mastoplastica additiva è da molti anni l’operazione di chirurgia estetica più eseguita – ricorda Palombo -, ma è una novità che la mastoplastica riduttiva abbia conquistato la terza posizione, indice probabilmente di una maggiore consapevolezza e informazione da parte delle donne, che sempre meno accettano una silhouette così condizionata e appensantita”.

Inaspettato anche il piazzamento in quarta posizione della mastopessi con aumento, che in una sola seduta operatoria permette di sollevare il seno e di aumentarne il volume. “È un risultato che dimostra il desiderio delle donne di restare belle e in forma anche quando non sono più giovanissime – riprende Palombo -. Il problema della caduta del seno, infatti, si manifesta progressivamente con il passare degli anni, accentuato da gravidanze e allattamento”.

I risultati nel 2014

La stessa rilevazione eseguita due anni fa aveva dato luogo al seguente podio: rinoplastica (1° posto); blefaroplastica, ovvero ritocco delle palpebre (2° posto); mastoplastica additiva (3° posto).

“La variazione dipende in parte dall’evoluzione continua dei desideri dei pazienti, ma anche dalle diverse soluzioni disponibili – puntualizza Palombo -. Gli ultimi anni sono caratterizzati dalla continua crescita dei filler e della tossina botulinica. Quest’ultima, in particolare, può essere utilizzata per ridurre le cosiddette zampe di gallina, le rughe che appaiono ai lati esterni degli occhi. Il risultato che si ottiene con la blefaroplastica è più completo e soddisfacente, ma si tratta sempre di un intervento chirurgico. Logico pertanto che molti preferiscano ‘accontentarsi’ dell’appianamento parziale e temporaneo delle rughe che si ottiene con le infiltrazioni di botulino”.

TOP FIVE DEGLI INTERVENTI PIU RICHIESTI NEL 2017

1. Mastoplastica Additiva
2. Rinoplastica
3. Mastoplastica Riduttiva
4. Mastopessi additiva
5. Filler
Le visualizzazioni sono state conteggiate nel periodo 23 novembre – 22 dicembre 2016


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CRONACA EUROPA

Allatta la figlia fino a 7 anni: mamma a processo per abusi


Ha allattato la figlia fino alla “tenera” età di sette anni. Per questo una mamma svizzera rischia ora la galera. La donna, che vive a Dietikon, vicino Zurigo, andrà a processo il prossimo gennaio: dovrà rispondere di atti ses$uali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere ad abusi.E’ accaduto regolarmente, per venti minuti al giorno, dall’ottobre 2011 al dicembre 2014, quando cioè la bambina era già grandicella essendo nata nel 2007. Quello che i giudici cercheranno di capire è perché la donna abbia deciso di cominciare ad allattare la figlia quando aveva già quattro anni e fino ai sette compiuti. A denunciare lo strano caso è stato l’ex marito della donna, a sua volta accusato di non averlo impedito.

Svizzera, allatta al seno la figlia di sette anni: accusata di abusi sessuali su minore

Allatta la figlia fino a 7 anni (Foto 20 Minuten)

Luisa Mosello
Un rapporto molto stretto, forse troppo, quello fra una madre e sua figlia, allattata al seno fino all'età di sette anni. Per questo motivo la donna che vive in Svizzera a Dietikon, una cittadina vicina a Zurigo, è finita sotto processo. Accusata secondo il Pubblico Ministero di atti sessuali con fanciulli e atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere ad abusi.
Alla fine di gennaio dovrà comparire di fronte alla giustizia e spiegare perchè ha allattato la bambina, nata nel 2007, dall’ottobre del 2011 (all'età di 4 anni) fino alla fine del 2014 (a 7 anni compiuti), dunque quando era già cresciuta. Facendolo con regolarità per una ventina di minuti al giorno senza che la bimba avesse qualche problema che in qualche modo giustificasse questo tipo di nutrizione e di contatto. Che comprendeva anche le carezze sull'altro seno da parte della piccola. A segnalare l'anomalo comportamento della donna era stato l'ex marito, a sua volta ritenuto colpevole per non averlo impedito.
«Non ho mai affrontato questo tema» ha detto all'Agenzia Telegrafica Svizzera il professore di diritto penale Peter Albrecht che ritiene sia teoricamente possibile che la madre venga condannata. Anche perchè non è facile determinare se ha agito per scopi sessuali. Dalla sua parte anche i pediatri d'Oltralpe che la difendono dichiarando che «è del tutto possibile che un bambino venga allattato anche per un periodo più lungo».
«Finché questa modalità va bene per la madre e il bambino, non vi sono obiezioni dal punto di vista pediatrico su un allattamento al seno di un bambino di tre o quattro anni- spiega la dottoressa Heidi Zinggeler Fuhrer a 20 Minuten-. Più un bambino è grande, tanto più importante è valutare se è nell'interesse di entrambi. È tuttavia impossibile definire un limite di età netto in cui interrompere l'allattamento».
Così anche l'Associazione Professionale elvetica di consulenza all'allattamento: «Una madre che allatta il suo bambino di quattro, cinque o sei anni, non è malata o perversa. L'abuso sessuale non avviene attraverso l'allattamento al seno».
Modalità di questo tipo non sono così rare in altri Paesi come per esempio la Corea dove il più giovane della famiglia può venire allattato anche fino ai 12 anni. Ai giudici la parola.

Nei guai pure lady Fini. È indagata per riciclaggio

Sul conto di Elisabetta 739mila euro dal fratello L'ipotesi: soldi da Corallo per i lavori a Montecarlo


 Riciclaggio di famiglia - ma anche ristrutturazioni edili - con i soldi di Francesco Corallo.









Oltre a papà Sergio e a Giancarlo, adesso pure Elisabetta Tulliani è indagata nell'inchiesta della Dda di Roma sul gruppo del re delle slot machine, arrestato due settimane fa.Una decisione quasi obbligata per la procura, quella rivelata ieri dal Fatto Quotidiano, visto che nel decreto di sequestro depositato il 23 dicembre dal pm Barbara Sargenti (per stoppare l'improvvido tentativo di Giancarlo Tulliani di trasferire mezzo milione di euro a Dubai qualche giorno dopo essere stato perquisito e indagato) salta fuori la destinazione bancaria finale dell'enorme plusvalenza ottenuta vendendo la casa di Montecarlo. Casa comprata nel 2008 da An che l'aveva ricevuta in eredità per appena 300mila euro (tra l'altro per gli inquirenti saldata con soldi di Corallo) e riceduta da poco, a ottobre 2015, per oltre 1,3 milioni di euro. Ecco. Il 5 novembre 2015 sul conto italiano di Giancarlo Tulliani arriva dal notaio un bonifico di 1.259.390 euro. Ma a far festa per l'incasso non è Giancarlo da solo. Nel giro di un mese quasi il 60 per cento di quella somma, 739mila euro, finisce con due bonifici al conto della sorellina, Elisabetta. Proprio la compagna dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, che all'epoca giurava - e oggi ripete - di essere del tutto all'oscuro degli affari di famiglia. Anche di quelli intessuti con l'imprenditore Corallo, storicamente vicino ad An, e lucrati su beni che appartenevano proprio al defunto partito del quale Fini era leader. È l'ennesimo tassello che straccia la panzana dell'estraneità della donna dalla vicenda della casa di Montecarlo, dopo le lettere di referenze per aprire i conti offshore a nome di Elisabetta e la procura legale concessa dalla stessa a due diversi avvocati per «gli interessi propri e della Timara ltd», la offshore proprietaria di casa.Ma c'è ancora di più. C'è il fondato sospetto che con i soldi sottratti al fisco da Corallo e passati ai Tulliani, questi ultimi abbiano pure pagato le spese di ristrutturazione dell'appartamento (e forse anche la celebre cucina Scavolini acquistata a Roma e spedita nel Principato). A evidenziarlo («opportunamente», chiosa il pm) è lo Scico, che analizzando i flussi di denaro provenienti dai conti offshore riferibili a Corallo, intercetta «ulteriori trasferimenti» verso i conti di Giancarlo Tulliani. Gli investigatori si concentrano su un bonifico da 281.387,49 dollari americani (200mila euro al cambio dell'epoca) che il 9 luglio 2009 arriva sul conto monegasco del giovane Tulliani. Ed evidenziano «come tale trasferimento sia avvenuto nel periodo in cui i Tulliani erano alle prese con i lavori di ristrutturazione nell'appartamento di Boulevard Princesse Charlotte». Quanto alla cifra, «appare congrua con le spese di ristrutturazione che sarebbero ammontate a circa 100mila euro». Insomma, Corallo potrebbe aver pagato sia l'acquisto che la ristrutturazione della casetta monegasca. Non la sola. Dal lavoro dello Scico sui flussi finanziari Corallo-Tulliani è emerso «che nel periodo 2009-16 la famiglia Tulliani ha effettuato considerevoli investimenti immobiliari», tutti «senza accensione di mutui o finanziamenti». Tra questi, anche un immobile nel «quartier generale» dei Tullianos a Valcannuta, pagato 1,2 milioni di euro con soldi passati a Giancarlo dal padre Sergio, che li aveva avuti, manco a dirlo, da un conto riferibile a Corallo.

Casa a Montecarlo e Tulliani, Donna Assunta asfalta Fini: "Devi dire tutto"


Casa a Montecarlo e Tulliani, Donna Assunta asfalta Fini: "Deve dire tutto" "Adesso Gianfranco Fini deve dire la verità". Donna Assunta Almirante mette l'ex leader di Alleanza nazionale spalle al muro. La compagna di Gianfranco, Elisabetta Tulliani, è indagata per riciclaggio insieme al fratello Giancarlo e al padre. I soldi ricavati dalla vendita dell'appartamento di Montecarlo, quello donato in eredità ad An dalla contessa Colleoni, sono finiti "misteriosamente" sul conto corrente proprio della Tulliani. In più, dietro le società off shore di Montecarlo c'erano proprio Elisabetta e Giancarlo. Tutti tasselli di una brutta storia che sta riemergendo a 6 anni dallo scoppio dello scandalo e che sta condannando "moralmente" proprio Fini, che fino all'altro ieri querelava e negava sdegnato ogni addebito e che oggi è costretto ad ammettere: "Sì, sono stato un coglione". Donna Assunta, intervistata dal Tempo, riprende la proposta di Marcello Veneziani: Fini deve impegnarsi a ridare gli 1,3 milioni ricavati dalla vendita della casa ai "militanti di allora" oggi in difficoltà economiche e agli ex dipendenti di An licenziati. "Tutto deve passare tramite la Fondazione An che dovrà vagliare con attenzione le varie situazioni in modo da devolvere il denaro a chi veramente ne ha bisogno", spiega la vedova di Giorgio Almirante, storico leader del Movimento sociale. Fin ha sostenuto che tutto è avvenuto "a sua insaputa". "Non è assolutamente credibile!", tuona Donna Assunta. "Se ci sono responsabilità sono strettamente personali. Fini non dovrebbe scusarsi ma dare giustificazioni sì". 







l'amante della moglie confessa l'omicidio 
dell'ambasciatore greco

Il diplomatico, scomparso 4 giorni fa, si trovava a Rio per il Capodanno

Si tratta di un poliziotto in forza a un’«unità pacificatrice» che 
pattuglia la favela Fallet
AFP
Kyriakos Amiridis, l’ambasciatore della Grecia a Rio de Janeiro


Nessun intrigo internazionale dietro l’omicidio dell’ambasciatore greco in Brasile Kyriakos Amiridis. Il diplomatico è stato ucciso dall’amante della moglie, un poliziotto militare, che secondo i media locali ha confessato in carcere. Amiridis, 59 anni, era scomparso quattro giorni fa a Rio de Janeiro, dove si trovava in vacanza con la moglie per festeggiare il Capodanno. Il suo cadavere è stato trovato dalla polizia all’interno di un’auto bruciata: gli investigatori hanno pochi dubbi sul fatto che si tratti dell’ambasciatore, anche se solo l’esame del dna potrà confermare ufficialmente l’identità.Le indagini si sono subito indirizzate sulla moglie brasiliana Francoise Amiridis e sul poliziotto militare  in forza all’Unità di polizia pacificatrice della favela Fallet. I due sono stati fermati e interrogati. Secondo il sito Globo, lo stesso agente ha spiegato di aver ucciso l’ambasciatore con la pistola e di aver ha spostato il corpo utilizzando l’auto noleggiata dalla vittima. Secondo le prime ricostruzioni, la moglie di Amiridis è stata aggredita dal marito. Quando ha raccontato l’accaduto al poliziotto, con il quale aveva una relazione extraconiugale, hanno pianificato l’omicidio.La moglie del diplomatico aveva denunciato la scomparsa del marito mercoledì, spiegando che l’uomo aveva lasciato la loro casa la notte di lunedì 26, a bordo di un’auto a noleggio, senza dire dove andava. I due vivevano insieme da 15 anni ed avevano una figlia di dieci anni. Amiridis faceva l’ambasciatore a Brasilia dallo scorso gennaio. Prima di questo incarico è stato console generale della Grecia a Rio de Janeiro dal 2001 a 2004. La sua carriera diplomatica era iniziata nel 1985, ad Atene, con passaggi in Serbia, Belgio, Olanda e Libia.

Francoise Amiridis


Sergio Gomes Moreira Filho (a sinistra della foto)


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Filippo Femia per “la Stampa”

Sembrava un giallo, ma ha presto assunto i contorni di un omicidio da telenovela.
Kyriakos AmiridisKYRIAKOS AMIRIDIS
L'ambasciatore greco in Brasile Kyriakos Amiridis era scomparso lunedì scorso da Nova Iguaçu, 800 mila abitanti a Nord di Rio de Janeiro. Ieri il suo corpo è stato trovato carbonizzato all' interno di una Ford Ka nella periferia Nord della cidade maravilhosa.

Il modello e la targa coincidevano con il veicolo noleggiato dal diplomatico 59enne nei giorni scorsi. A ucciderlo è stato il poliziotto militare Sergio Gomes Moreira Filho (29 anni), che aveva una relazione con la moglie del diplomatico, la brasiliana Françoise de Souza Oliveira.

L AUTO CON IL CORPO DI KYRIAKOS AMIRIDISL AUTO CON IL CORPO DI KYRIAKOS AMIRIDIS
Entrambi hanno confessato dopo ripetuti interrogatori: lui è l' esecutore, lei la mandante. Per la coppia è stata chiesta la custodia cautelare in carcere. Stesso provvedimento per due presunti complici: un cugino di Sergio Gomes e un suo amico, Eduardo Tedeschi.
La scomparsa Amiridis si trovava a Nova Iguaçu con la moglie e la figlia di dieci anni per le vacanze di Natale e Capodanno. Lunedì sera, secondo il racconto della donna, era uscito di casa senza comunicare dove fosse diretto.

Kyriakos AmiridisKYRIAKOS AMIRIDIS
Poi più nessuna notizia. Ma la donna ha denunciato la sua scomparsa soltanto mercoledì, 48 ore dopo. L' ipotesi del rapimento è stata subito scartata dagli inquirenti: dopo diverse ore non era arrivata alcuna richiesta di riscatto. Le indagini hanno poi virato sulla criminalità comune: l' auto carbonizzata è stata ritrovata sotto un cavalcavia che collega i diversi quartieri della Baixada Fluminense, crocevia dei narcotrafficanti carioca insanguinato da oltre 1900 omicidi da gennaio a novembre di quest' anno.

LE TRACCE DI SANGUE
L AUTO CON IL CORPO DI KYRIAKOS AMIRIDISL AUTO CON IL CORPO DI KYRIAKOS AMIRIDIS
Con il passare delle ore si è fatta strada la pista passionale. Per i media brasiliani il diplomatico ellenico e la moglie, sposati da 15 anni, avevano avuto una violenta discussione nei giorni prima di Natale. L' ambasciatore, in quell' occasione, avrebbe anche aggredito la donna. Secondo la Divisione Omicidi della Baixada Fluminense quella sera è maturata la vendetta nella mente di Françoise, che ha subito avvisato l' amante: lì avrebbero pianificato l' omicidio.

Michel Temer stringe la mano all ambasciatore Kyriakos AmiridisMICHEL TEMER STRINGE LA MANO ALL AMBASCIATORE KYRIAKOS AMIRIDIS
La svolta nelle indagini è arrivata dal ritrovamento di alcune macchie di sangue sul divano della casa affittata dall' ambasciatore. Il killer ha provato a pulire le tracce senza però riuscire a cancellarle. Ieri Sergio Gomes, in forza a un' unità pacificatrice che pattuglia la favela Fallet, ha confessato. Gli agenti gli hanno mostrato le immagini delle telecamere di videosorveglianza che lo inchiodano: lo si vede entrare e uscire dalla casa dell' ambasciatore greco la sera della sua scomparsa. Il poliziotto ha quindi spiegato di aver ucciso Amiridis a colpi di pistola dopo una violenta lite in casa.

Francoise de Souza OliveiraFRANCOISE DE SOUZA OLIVEIRA
Poi, alle 3 del mattino, ha caricato il cadavere sull' auto successivamente data alle fiamme a chilometri di distanza. Kyriakos Amiridis era un grande appassionato di Rio de Janeiro, di cui è originaria la moglie, dove si recava per passare il suo tempo libero. La sua carriera diplomatica era iniziata nel 1985 ad Atene, con passaggi in Serbia, Belgio e Olanda. Tra il 2001 e il 2004 era stato console generale a Rio. Poi, dal 2012 alla fine del 2015 era stato trasferito in Libia. E lo scorso gennaio aveva preso servizio nella sede di Brasilia. Nei giorni scorsi il tragico epilogo. Ora si attende soltanto la conferma dalla prova del Dna.
Francoise de Souza OliveiraFRANCOISE DE SOUZA OLIVEIRA


Influenza, “letale il bacio di mezzanotte”. Arriva il picco, nel Lazio record

La Fimmg: “Virus ai massimi livelli degli ultimi 10 anni. Dal 3-4 gennaio seduti su una polveriera”. LE REGOLE


Il 2016 sarà ricordato dagli italiani anche per l'influenza, la più aggressiva da oltre un decennio. I dati della rete Influnet coordinata dall'Istituto superiore di Sanità parlano chiaro: nella settimana dal 19 al 25 dicembre sono state colpite ben 438.600 persone, circa 177 mila in più rispetto quella precedente.


L'incidenza è alta in tutto il Paese con 7,23 casi per mille abitanti, ma nel Lazio ha già raggiunto l'8,79, quasi il 9 per mille che generalmente arrivava a fine gennaio.
"L'anno scorso con questa incidenza eravamo praticamente al picco mentre ora siamo ancora agli inizi - spiega Maria Corongiu, segretario regionale della Fimmg Lazio - A essere falcidiati sono come sempre i piccoli, già al 22 per mille, ma anche gli adolescenti con il 14 per mille; gli adulti sono a quota 8,73 e gli over 64 a 4,29. Quest' ultimo dato è allarmante se pensiamo che l'influenza espone tutti al 10 % di complicanze, ma negli anziani si arriva anche al 30% - continua - Ciò vuol dire che dobbiamo essere pronti ad un aumento smisurato degli accessi sia negli studi medici sia nei Pronto soccorso. Ad esempio, su 4290 anziani oltre 1200 sono a rischio e quindi si rivolgeranno agli ospedali".

Tutto fa pensare che l'epidemia sia destinata a diffondersi ulteriormente con l'arrivo del Capodanno che porta con sé tanta convivialità, baci e  abbracci insomma, una festa anche per i virus. "Prepariamoci - dice Corongiu - perché dal 3-4 gennaio saremo seduti su una polveriera. Come Fimmg stiamo valutando l'opportunità di potenziare a attivare tutti gli ACP  (Ambulatori di cure primarie) sin dal 5 gennaio prevedendo, eventualmente, il raddoppio dei turni".
influenza

Coprirsi bene, evitare i luoghi affollati, lavarsi spesso le mani, stare alla larga da chi starnutisce o tossisce, assumere vitamina C, curcuma, zenzero e pappa reale. Quante volte abbiamo seguito i consigli della nonna e non ha funzionato? Non sempre infatti questi accorgimenti bastano a prevenire i malanni di stagione.
Per tenere alla larga i virus influenzali occorre infatti non abbassare la guardia anche fra
 le pareti domestiche. Ecco poche semplici regole igieniche da adottare appena si entra in casa:

- Togliere subito cappotto, cappello, sciarpa e guanti e lavarsi accuratamente le mani con acqua calda e sapone per almeno 20 secondi

- Se a casa c'è già un familiare con l'influenza è opportuno farlo soggiornare sempre nello stesso ambiente, arieggiando spesso la stanza ed il resto della casa.

- Evitare di lasciare in giro fazzolettini usati, utilizzare un cestino per raccoglierli tutti e lavarsi sempre le mani dopo averli toccati

- In bagno è buona norma tenere separati gli spazzolini da denti e gli asciugamani

- La persona malata dovrebbe utilizzare esclusivamente il proprio cellulare ed, eventualmente, un unico telefono fisso che va disinfettato. Stesso discorso per il telecomando della Tv

- Servire i pasti al malato possibilmente nella sua stanza finché la febbre è alta

- Lavare le stoviglie subito dopo l'utilizzo con acqua calda e detersivo o, ancora meglio, in lavastoviglie con un programma ad alta temperatura

- Disinfettare giornalmente i comodini, il bagno, la cucina e le maniglie delle porte. Il virus dell'influenza resiste da 2 a 8 ore sulle superfici dove si è depositato

- Se ad ammalarsi è un bambino, sarà  sufficiente un accorgimento in più, come quello 
di tenere separati giocattoli e peluche di utilizzo quotidiano disinfettandoli o lavandoli con 
un antibatterico



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PRANDELLIPRANDELLI

"PRANDELLI? HA CERCATO SCUSE PER ANDAR VIA" - I DIRIGENTI DEL VALENCIA PUNGONO L’EX CT DOPO LE SUE DIMISSIONI: "SI E’ ARRESO. HA FATTO 6 PUNTI IN 3 MESI. I RINFORZI? HA CHIESTO 5 GIOCATORI SOLO IERI, PRIMA DI ANDARSENE" - DOPO IL MONDIALE DA INCUBO IN BRASILE CONTINUA LA MALEDIZIONE PER CESARONE: IN TURCHIA, AL GALATASARAY, AVEVA RESISTITO SOLO 5 MESI


"Prandelli si è arreso. Ha cercato scuse per andarsene. Sei punti in tre mesi: 
non c'è bisogno di cercare scuse". Sono parole dure, quelle pronunciate da Anil 
Murthy, direttore esecutivo del Valencia, all'indomani delle dimissioni irrevocabili 
dell'ex c.t. della Nazionale dal club spagnolo, che sarà sostituito da Voro.

NOMI E SCELTE — Alla base dell'addio di Prandelli ci sarebbero state delle 
incomprensioni sui rinforzi di mercato che il tecnico avrebbe chiesto al club (5 
acquisti sopra i 26 anni), ottenendo un rifiuto dai dirigenti. Jesús García Pitarch, 
d.s. del Valencia, torna su questo aspetto e dà la sua versione: "Prandelli non ci ha
 mai dato nomi per rafforzare la squadra.
PRANDELLI 1PRANDELLI 1

Solo ieri, appena prima di rassegnare
 le dimissioni, mi ha chiesto cinque 
acquisti senza specificare alcun nome:
 un attaccante, due centrocampisti e un
 esterno sinistro, più un centrale dopo
 l'infortunio di Mangala. Obi Mikel e 
Zaza sarebbero punti arrivare, ma lui 
doveva sceglierne uno e ci ha chiesto 
24 ore per farlo".
CESARE PRANDELLICESARE PRANDELLIcassano balotelli prandelliCASSANO BALOTELLI PRANDELLIPRANDELLI ABETEPRANDELLI ABETEPRANDELLIPRANDELLI




Kendall Jenner, look glamour con... un amico speciale FOTO


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