mercoledì 28 dicembre 2016

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NATALE A LETTO - QUEST'ANNO L'INFLUENZA HA FATTO STRAGE: GIÀ 1 MILIONE DI ITALIANI COLPITI, SARANNO 5 MILIONI A FINE FEBBRAIO - NON È TROPPO TARDI PER VACCINARSI: VANNO 'COPERTI' SOPRATTUTTO I BAMBINI, GLI OVER-65, LE DONNE IN GRAVIDANZA E I MALATI CRONICI



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Claudia Osmetti per ''Libero Quotidiano''
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Avete passato il giorno di Natale a letto, con la coperta di lana e un' aspirina al posto del pranzo con i parenti? Tranquilli, siete in buona compagnia. Quest' anno l' influenza è arrivata proprio col panettone e ha già colpito quasi 900mila italiani. Sissignori: per queste feste è meglio tenere fazzoletti e termometro sempre a portata di mano. Anche perché a parlare di un brusco aumento del numero dei casi è proprio il rapporto Influnet dell' Istituto superiore di sanità.

È tutto lì, insomma, nero su bianco in quelle paginette targate ministero: nell' ultima settimana si sono ammalate circa 258mila persone, dall' inizio della stagione hanno però preso l' influenza in 886mila e si stima che entro gennaio si possa arrivare a quota un milione. Detto in altri termini si prospetta un Capodanno con l' antibiotico, altro che spumante. Nel nostro Paese il livello di incidenza influenzale è pari a 4,25 casi ogni mille assistiti, scrivono i camici bianchi di Roma, specificando che la fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni e dei ragazzini fino ai 14.

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Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Lazio e Campania sono le regioni dello Stivale che più hanno risentito di questa ondata influenzale. Tanto per capirci: in Trentino, e solamente tra il 12 e il 18 dicembre scorso, sono finite a letto con la bolla dell' acqua calda 7,36 persone ogni mille abitanti.

In Liguria non va meglio, visto che al momento sono già in 3mila ad aver preso l' influenza, al punto che, dalle parti di Genova, il centralino del 118 squilla in continuazione. In Veneto sono già andati in malattia in 40mila, 12mila dei quali nell' ultima settimana. A Benevento una farmacia del centro è stata letteralmente presa d' assalto: ieri per entrare e vaccinarsi c' era una vera e propria fila da rispettare. Ma state tranquilli, c' è posto per tutti.

Quest' anno l' epidemia da influenza è stata più precoce rispetto al periodo passato - racconta il professore Massimo Clementi, ordinario di virologia dell' ospedale San Raffaele di Milano, - è iniziata in sordina tra la fine di novembre e l' inizio di dicembre e col passare delle settimane è aumentata, anche dal punto di vista dell' intensità clinica.
Tradotto, semmai ce ne fosse bisogno, significa che è anche più facile beccarla. Quindi armatevi di pazienza, copritevi bene e non cedete alla tentazione di restare in maglietta se le temperature si alzano di colpo.
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I sintomi, tra l' altro, sono quelli di sempre: febbre, dolori muscolari, spossatezza, raffreddore e tosse. Soprattutto tosse: Nei casi più gravi può essere fastidiosa, e durare anche per un lasso di tempo considerevole continua Clementi. L' influenza che sta interessando l' Italia in queste settimane è dovuta al virus "h3n2'" - spiega poi l' esperto, - che è uno dei tre presenti nel vaccino anti-influenzale. Gli altri due sono il "b" e l'"h1n1", che tuttavia al momento non stanno circolando in maniera considerevole.

Poco importa, comunque: sarà che la possibilità di una loro presenza più massiccia non è da scartare, sarà che proprio perché l' inizio del periodo influenzale è stato anticipato e quindi la fase di esposizione rischia di essere prolungata rispetto al 2015, a sentire gli addetti ai lavori la corsa, anche last-minute, per vaccinarsi rimane sacrosanta.

Ha ancora senso vaccinarsi - fa sapere Clementi, - perché significa proteggersi dai virus che potrebbero girare nei prossimi mesi e soprattutto significa proteggere le persone che non hanno ancora preso l' influenza, a cominciare dai parenti stretti. E rimarca il concetto: È molto importante essere chiari su questa questione: i vaccini sono sicuri. E vanno somministrati con particolare riguardo ai bambini, perché sono loro a frequentare le scuole dove è più probabile che circolino batteri e virus, e in un secondo momento possono anche portarli a casa.

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Tra le categorie a rischio, infatti, come ogni anno ci sono i più piccoli, gli anziani sopra i 65 anni d' età, gli operatori sanitari, le donne in gravidanza e i malati cronici. Anche perché gli addetti ai lavori non fanno mistero che, per la fine di febbraio, saranno ben 5 milioni gli italiani influenzati, con una media di sei giorni di degenza a testa. Conviene correre ai ripari.


Meningite: tutto quello che c'è da sapere

Meningite: tutto quello che c'è da sapereIl meningococco si trasmette da persona a persona per contatto diretto o ravvicinato attraverso goccioline di saliva e secrezioni nasali che possono essere disperse dalle persone infette (portatori sani o malati) tramite colpi di tosse, starnuti, baci. Il batterio non si diffonde così facilmente come i germi responsabili del comune raffreddore e dell’influenza perché è un batterio molto fragile che vive pochi minuti al di fuori dell’organismo umano non sopravvivendo così in alimenti e bevande o su oggetti, giocattoli, abiti, mobili. Il meningococco - si legge in una nota pubblicata sul sito dell'Asl di Como - non si diffonde semplicemente respirando l’aria dell’ambiente in cui è stato precedentemente il malato.
E’ importante, per poter ricorrere tempestivamente alle cure mediche, riconoscere precocemente i sintomi della malattia invasiva da meningococco che può manifestarsi con un quadro clinico di sepsi o di meningite (a volte sovrapposti) entrambi caratterizzati da un esordio ed un'evoluzione molto rapidi.
SINTOMI - Sintomi di meningite sono: rapida insorgenza di febbre, mal di testa, rigidità nucale (difficoltà e dolore alla flessione della testa sul tronco), spesso accompagnati da nausea, vomito, fastidio intenso alla luce (fotofobia), stato confusionale. Sintomi di sepsi sono: febbre, stanchezza, vomito, mani e piedi freddi, brividi, dolori articolari, muscolari, toracici, addominali, respiro rapido, diarrea, petecchie (macchioline puntiformi rosse o marroni) che possono diventare macchie rosse violacee o vescicole di sangue. Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono presenti o non sono molto evidenti. Più comunemente nei neonati sono presenti: pianto continuo, irritabilità, sonnolenza, scarso appetito, tensione o rigonfiamento delle fontanelle, cute chiazzata, pallida o bluastra.
FATTORI DI RISCHIO - Ci sono dei fattori che possono aumentare il rischio di malattia:
- età: la maggior incidenza di malattia si ha nei bambini di età inferiore a 5 anni; un secondo picco, meno elevato, si riscontra tra i 15 e 25 anni; la malattia può comunque colpire chiunque a qualsiasi età;
- stagionalità: la malattia è più comune in inverno fino all’inizio della primavera (novembre-marzo), anche se casi sporadici di malattia si verificano tutto l’anno;
- contatti: il rischio di malattia meningococcica è più elevato nei contatti stretti (conviventi e familiari) di soggetti infetti rispetto al rischio nella popolazione generale;
- vita di comunità: le condizioni di sovraffollamento (grandi luoghi di ritrovo come le discoteche) favoriscono la trasmissione del meningococco;
- alcune patologie croniche o condizioni di vita determinanti una diminuzione delle difese immunitarie: ad esempio infezione da Hiv, malattie renali ed epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite;
- viaggi: esistono nel mondo aree, come l’Africa sub-Sahariana, interessate da frequenti epidemie di meningite meningococcica particolarmente durante la stagione secca.
Effettuare le vaccinazioni raccomandate dal calendario vaccinale - si legge - è il modo migliore per difendersi dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni.
VACCINI - I vaccini disponibili contro la malattia meningococcica sono:
- il vaccino tetravalente coniugato attivo verso i ceppi A,C,W135 e Y e il vaccino monovalente attivo verso il ceppo C;
- di recente introduzione è il vaccino monovalente attivo verso il ceppo B.
Il calendario vaccinale attuale, tra le altre vaccinazioni, propone la vaccinazione contro il meningococco C (una dose nel secondo anno di vita, tra i 13 e i 15 mesi; alternativamente i genitori hanno la facoltà di chiedere la somministrazione del vaccino nel primo anno di vita dal 3° mese - ciclo di tre dosi). Il vaccino antimeningococco C è offerto inoltre gratuitamente ai ragazzi non precedentemente vaccinati, fino al compimento di 18 anni. Altra categoria di persone cui i vaccini antimeningococco sono offerti gratuitamente e attivamente è quella dei soggetti affetti da patologia cronica determinante una condizione di rischio. Infine il vaccino tetravalente del gruppo A, C, W135 e Y è offerto, negli ambulatori di profilassi internazionale, in co-pagamento ai viaggiatori che si recano in aree endemiche.

"Carta credito bloccata", occhio alla nuova truffa Postepay

Carta credito bloccata, occhio alla nuova truffa PostepayOcchio alla nuova truffa Postepay. I tuoi dati sensibili potrebbero finire nelle mani sbagliate. Se ti arriva questo messaggio sul telefonino: 'Per motivi di sicurezza, la tua carta di credito è stata bloccata. Esegui subito la verifica dei tuoi dati', con l'invito a cliccare sul link sottostante, non farlo. Assolutamente. "Potresti pentirtene amaramente", mette in guardia la Polizia sulla pagina Facebook 'Una vita da social'.
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La meningite torna a far paura. L'incremento di nuovi casi nel 2015 e quest'anno, a partire dal focolaio che si è sviluppato in Toscana, ha riportato al centro dell'attenzione una patologia che nella percezione comune sembrava pressoché scomparsa. Ma che cos'è, come si previene e, nel caso, quali sono i sintomi?

Ecco quali sono le caratteristiche della meningite, come riportato dall'Istituto Superiore di Sanità: 
  • è un'infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale
  • E' generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi.
  • La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella piu' comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di 7-10 giorni.
  • La forma batterica, quella tornata a colpire in questi mesi, è piu' rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali.

Il Neisseria meningitidis (meningococco) alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione). E' stato identificato per la prima volta nel 1887, anche se la malattia era già stata descritta nel 1805 nel corso di un'epidemia a Ginevra. Si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco è un batterio che risente delle variazioni di temperatura e dell'essiccamento. Dunque, fuori dell'organismo sopravvive solo per pochi minuti.

Come si contagia

La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, Y e W135 e molto più raramente in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i più frequenti. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. I malati di meningite o altre forme gravi sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall'inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari.

Chi è a rischio

Il meningococco può tuttavia dare origine a focolai epidemici. Per limitare il rischio di casi secondari, è importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici.
Nella valutazione di contatto stretto (che deve essere fatta caso per caso) vengono tenuti in considerazione:
  1. i conviventi considerando anche l'ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza);
  2. chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del malato;
  3. le persone che nei sette giorni precedenti l'esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli);
  4. i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca).
La sorveglianza dei contatti è importante per identificare chi dovesse presentare febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall'esordio dei sintomi del paziente. Il periodo di incubazione è generalmente 3-4 giorni (da 2 fino a 10 giorni). Inoltre, bisogna considerare che il meningococco può causare sepsi meningococcica (un quadro clinico, talvolta molto severo, per la presenza del meningococco nel sangue con febbre alta, ipotensione, petecchie, insufficienza da parte di uno o più organi fino anche ad un esito fatale) che può presentarsi da solo o coesistere con le manifestazioni cliniche della meningite.

Quali sono i sintomi

I sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia. I sintomi più tipici includono:
  • Irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale);
  • febbre alta; mal di testa;
  • vomito o nausea;
  • alterazione del livello di coscienza;
  • convulsioni.

Come si fa la diagnosi

L'identificazione del microrganismo responsabile viene effettuata su un campione di liquido cerebrospinale o di sangue.Nei neonati, alcuni di questi sintomi non sono evidenti. Si può però manifestare febbre, convulsioni, un pianto continuo, irritabilità, sonnolenza e scarso appetito.

Come vaccinarsi

Sul fronte della lotta al meningococco, sono attualmente disponibili vaccini polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che per forniscono una protezione di breve durata ai soli soggetti di età maggiore di 2 anni, il vaccino coniugato contro il sierogruppo C (usato attualmente nei calendari vaccinali in Italia) e il vaccino coniugato contro i sierogruppi A, C, Y e W 135. E' di recente introduzione (2014) sia nel mercato che nell'offerta vaccinale di alcune regioni un vaccino per prevenire le forme invasive da meningococco di sierogruppo B. In caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni internazionali indicano l'opportunità di introduzione della vaccinazione su larga scala nell'area geografica interessata quando l'incidenza e' superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell'arco di tre mesi.


Le 10 regole per risparmiare su luce e gas


Arriva il decalogo delle buone pratiche per ridurre fino al 10% i consumi energetici e risparmiare fino al 40% sulla bolletta. A metterlo a punto è l'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile.
Le 10 regole per risparmiare su luce e gasLa prima regola identificata dagli esperti dell'Enea è calcolare la temperatura dell’ambiente in base all’utilizzo degli spazi e al numero delle persone presenti, quindi arieggiare spesso le stanze per garantire un ambiente salubre, bastano pochi minuti per rinnovare l’aria. Le luci poi, indica l'Agenzia, vanno accese solo nelle stanze che utilizzi e dopo l’uso, spegnere gli elettrodomestici dall’interruttore generale perché in stand-by continuano a consumare energia elettrica.L'Enea sottolinea anche di utilizzare la lavastoviglie solo a pieno carico, inoltre, con più tempo a disposizione, sarà più facile lasciare l’automobile in garage, usare i mezzi pubblici per spostarsi oppure cogliere l’occasione per fare una salutare passeggiata. Se si pensa di regalare o regalarsi nuovi elettrodomestici e smart utility, si potrà risparmiare fino al 40% sui consumi con i modelli più efficienti, quindi, suggeriscono gli esperti Enea, occhio alle etichette energetiche. Ma non solo. La bolletta va giù con cronotermostato e rilevatore di presenza. Un altro buon consiglio è di utilizzare un cronotermostato ambiente che permette di programmare il funzionamento dell’impianto di riscaldamento e di consumare solo l’energia necessaria a soddisfare i propri bisogni.
Per ridurre i consumi di energia, basta acquistare anche i rilevatori di presenza - che controllano automaticamente l’accensione e lo spegnimento della luce in base alla presenza di persone all’interno di un ambiente - e prese intelligenti che misurano il consumo dei dispositivi collegati e ne permettono il controllo remoto attraverso smartphone e Pc. E se si va in vacanza, i ricercatori dell'Enea ricordano di spegnere l’impianto di riscaldamento - se si ha il cronotermostato si può inserire la funzione 'vacanza' e programmare l’accensione qualche ora prima di rientrare - e staccare tutti i dispositivi collegati alla rete elettrica.




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