SOCIETÀ
Calendario 2017: giorni festivi, ponti e va
Bari, messa per boss ucciso bloccata dalla Questura. Parroco: “Faccio quello che mi dicono”
Alla fine non ci sarà nessuna messa pubblica e neanche nessuna cerimonia strettamente privata per ricordare Rocco Sollecito, il 67enne boss della mafia canadese ucciso in un agguato nel maggio scorso a Montreal. Lo ha deciso il questore di Bari, Carmine Esposito, per motivi di ordine e di sicurezza pubblica. E subito dopo è arrivato il grido dell’ arcivescovo di Bari-Bitonto Francesco Cacucci: informato dal Prefetto, e non dal sacerdote, ha emanato un ulteriore divieto della pubblica celebrazione pomeridiana minacciando, in caso di inottemperanza, di assumere “i provvedimenti disciplinari previsti dalle norme giuridiche vigenti”.
Tutto era nato dopo le polemiche sorte attorno alla decisione del parroco della chiesa madre di Grumo Appula, don Michele Delle Foglie, di invitare i fedeli con pubblici manifesti a partecipare a una messa di suffragio per il boss, inizialmente fissata per martedì pomeriggio. “Le messe non onorano, ma ricordano”, ha spiegato don Michele per tentare di smorzare le polemiche. Al parroco non importa chi sia stato in vita Rocco Sollecito. Si limita a dire di essere “il confessore di tutti i peccatori”, sottolinea che “nessuno si deve permettere di interferire con le mie decisioni di padre spirituale e pastore”, ma glissa su quanto è scritto sui manifesti funebri in cui sembra proprio lui ad invitare i fedeli a partecipare alla messa in suffragio del boss.
Proprio quel manifesto funebre affisso in città, circa 13mila abitanti a 16 chilometri da Bari, è al centro delle polemiche scatenatesi attorno al sacerdote che pare abbia provocato irritazione nella diocesi di Bari-Bitonto. “Il parroco, don Michele Delle Foglie – è scritto nel manifesto – spiritualmente unito ai famigliari residenti in Canada e con il figlio Franco venuto in visita nella nostra cittadina, invita la comunità dei fedeli alla celebrazione di una santa messa in memoria del loro congiunto”.
Rocco Sollecito, esponente di spicco del crimine organizzato italiano in Canada, fu ucciso il 27 maggio scorso con colpi di arma da fuoco mentre guidava la sua Bmw bianca. La sua uccisione rappresentò un nuovo duro colpo per una delle famiglie mafiose del clan Rizzuto, ritenuto dagli investigatori tra i più potenti del Canada. “E’ un omicidio legato alla mafia”, spiegò Franco di Genova, il portavoce della polizia di Laval, area in cui fu stato ucciso Sollecito, grumese di origine agrigentine.
Suo figlio, Stefano, è ritenuto il capo della mafia di Montreal insieme al figlio di Vito Rizzuto, Leonardo. La vittima faceva parte della ‘cupola’ di sei membri che dalla fine degli anni Novanta aveva gestito gli affari illeciti a Montreal. Dei sei presunti mafiosi, solo due sono vivi perché in carcere, gli altri sono caduti in agguati organizzati da chi vuole controllare tutti i traffici illeciti in Canada, a cominciare dal narcotraffico. Il killer di Sollecito, conoscendo le abitudini mattutine del boss, lo attese a una fermata dell’autobus, aspettando in un gabbiotto il suo passaggio in auto. Appena lo vide sparò in sequenza numerosi colpi di pistola e fuggì. Dopo l’omicidio la salma del boss fu portata e Grumo Appula, sua città d’origine.
Il questore di Bari, Carmine Esposito, vietò però la celebrazione dei funerali solenni fissati per il 6 luglio nella parrocchia Santa Maria Assunta, e ordinò la celebrazione delle esequie all’alba per motivi di ordine e di sicurezza pubblica. Stesso provvedimento che ha preso oggi ordinando la messa in suffragio alle sei del mattino in forma strettamente privata. Fatto, questo, ricordato anche dall’arcivescovo in una lettera al parroco pubblicata sul sito dell’arcidiocesi. “Evidenzio il grave scandalo che questa tua decisione, presa peraltro in modo arbitrario e senza consultare l’Ordinario Diocesano, sta provocando”, scrive il presule. “Nel caso in cui non ti atterrai a questa decisione – aggiunge – sarò costretto ad assumere i provvedimenti disciplinari previsti dalle norme giuridiche vigenti”.
Giulia Melodia
E’ potuto succedere ancora, stavolta in una scuola del Bresciano, dove si è assistito inermi all’ennesimo rituale natalizio negato: niente canto di Astro del Ciel nel corso dei festeggiamenti che solennizzano l’arrivo del Natale e precedono le vacanze scolastiche di dicembre, perché i compagni di classe stranieri potrebbero sentirsi esclusi e offesi…
Se a scuola non si canta Astro del Ciel…
E allora niente parole, solo un motivetto della canzone accennato: e ancora una ricorrenza religiosa rovinata dalle immancabili polemiche e, ancora, dei ragazzini indotti all’indottrinamento politically correct che obbliga al rispetto del credo altrui da tributare coercitivamente agli ospiti stranieri, a dispetto dell’ossequio che sarebbe dovuto alla propria fede. Insomma, ancora una festa di casa nostra rinnegata nei suoi significati sacri e nei suoi appuntamenti rituali: del resto, non siamo forse il paese dell’accoglienza coatta e – ahinoi – del rispetto dovuto ai vincoli dell’ospitalità, arrivato al punto di non ritorno imposto dalla negazione delle nostre tradizioni religiose e abitudini culturali? A giudicare da quanto accaduto in un istituto scolastico del Bresciano sembrerebbe proprio di sì. E’ a Flero, infatti, un piccolo centro lombardo, che nel corso del “Saggio di Inverno” agli alunni di una scuola del luogo è stato chiesto di non cantare Astro del ciel per “non offendere altre fedi”. E così, ancora una volta – dopo aver bandito il crocifisso dalle aule scolastiche del Belpaese – l’unica fede che è stato possibile rinnegare e offendere è stata quella cattolica, e gli unici religiosi che è stato autorizzato a scontentare sono stati quelli cristiani, trattati una volta di più da fedeli di serie B…
L’intervento dell’assessore comunale
I piccoli alunni di una cittadina in provincia di Brescia, in procinto di solennizzare le festività natalizie, infatti, hanno intonato la melodia ma senza cantarne le parole. Una sorta di celebrazione ibrida rimasta a metà, che non ha celebrato di fatto niente fino in fondo, e che nella sua parziale messa in scena ha scontentato tutti. Un caso, quello registrato nel Bresciano, che non poteva non sollevare polemica e malcontento, puntualmente arrivati all’indomani degli accadimenti. Accadimenti discutibili sui quali – tra gli altri – ha imposto l’imprimatur della recriminazione culturale e istituzionale l’assessore alla cultura del comune lombardo Elena Franceschini. “Anche se lo Stato e la scuola si dichiarano laici nella loro autonomia, vorremmo che nelle scuole sul territorio si facessero “Concerti di Natale” e non “Saggi d’inverno” – ha sostenuto a viva voce l’esponente comunale – dove i ragazzi si sentano liberi di cantare “Astro del Ciel” senza pensare di poter offendere o escludere gli scolari che appartengono ad altre culture o ad ad altre religioni, o si dichiarano atei”. Anche perché anche loro dovrebbero vedere ottemperato il diritto al rispetto delle loro convinzioni. Oppure no?
San Silvestro al gelo, il brindisi è di ghiaccio
Svolta meteo in arrivo. Dopo il picco del caldo anomalo di questi giorni, le temperature subiranno un brusco calo. Se Natale è stato mite su tutta Italia, Capodanno sara più freddo, con un calo delle temperature stimato in 6-8°.
Verso la fine dell'anno - spiegano gli esperti del sito 3bmeteo.com - è atteso un cambiamento delle masse d'aria, le quali, provenendo dai quadranti più freddi orientali, determineranno un sensibile calo delle temperature, che sarà più marcato al Sud e in montagna, fino a 6-8°C in meno. Questo significa che su molte regioni d'Italia le temperature torneranno su valori prossimi alle medie del periodo. La notte di San Silvestro si preannuncia fredda su quasi tutta la Penisola, con temperature allo scoccare del nuovo anno di -1°C a Milano, Venezia e Firenze, -2° a Bologna e Torino, -3° a Bolzano e l'Aquila, 0° a Roma. Un po' più mite al Sud con 5° a Napoli e Bari, 10° a Palermo.
Feste di Natale, vacanze e furti in casa, 6 precauzioni valide sempre
Ad esempio evitare di pubblicare sui social informazioni su dove ci si trova e postare foto solo al rientro
Durante le feste il periodo è critico, così come durante le vacanze estive, ma in generale i consigli sulla casa sicura, sulle precauzioni in generale, valgono sempre. Ecco un vademecum con gli accorgimenti da adottare prima di partire e durante l’assenza da casa, per godersi amici, parenti e panettoni senza ansie e preoccupazioni sulla sicurezza della propria abitazione dagli esperti della sicurezza di Risco Group Italia, da 38 anni nel settore.
· Sistemi di sicurezza “attivi” e “passivi”
ll problema della sicurezza è all’ordine del giorno è consigliabile abbinare ai tradizionali sistemi d’allarme alcuni accorgimenti di “sicurezza passiva”: una volta individuati i punti d’ingresso più deboli, corsia privilegiata per i ladri, proteggerli con porte e tapparelle blindate, serrature di sicurezza e vetri antisfondamento eviterà sorprese indesiderate al rientro. Una porta d’ingresso non abbastanza robusta, infatti, potrebbe essere facilmente sfondata o manomessa.
· Chiedere aiuto ai vicini di casa
Sapere di poter contare sul supporto di qualcuno quando si è fuori casa, che sia per qualche ora o per giorni interni, permette di partire a cuor leggero. L’ideale è quindi coltivare un buon rapporto di fiducia reciproca con i vicini e chieder loro di controllare periodicamente le giacenze di posta dalla cassetta, in modo da non fornire ai malintenzionati nessun indizio di prolungata assenza da casa. Inoltre, sensibilizzare a prestare attenzione a tutto ciò che può sembrare anomalo nel vicinato - come auto e furgoni parcheggiati o individui sospetti - è sicuramente un ottimo accorgimento di prevenzione: spesso il furto è preceduto da un’attenta osservazione delle abitudini.
· Scovare nascondigli introvabili
I primi posti visitati dai ladri sono armadi, cassetti e vasi. È quindi fondamentale non lasciare denaro, documenti e oggetti di valore incustoditi per casa, ma riporli nel giusto nascondiglio impedendo così agli intrusi di trovare facilmente oggetti da rubare. Una soluzione sicura è sicuramente la cassaforte, ma in questo caso è necessario assicurarsi di scegliere una combinazione segreta – difficile da individuare – e di rivelarla solo ai familiari.
· Controllare la casa durante le vacanze, anche da lontano
In questi ultimi anni la tecnologia ha notevolmente migliorato la vita delle persone: semplicemente dal palmo della propria mano è possibile gestire in toto la propria dimora, sia localmente che da remoto. Attraverso telecamere da interno ed esterno è possibile infatti sorvegliare qualsiasi angolo dell’abitazione attraverso apposite app installate su smartphone o tablet.
· Lasciare la luce accesa è un ottimo deterrente
La luce accesa è un valido alleato: fa sembrare che in casa ci sia qualcuno anche se in realtà è vuota. Mantenere un’adeguata illuminazione degli accessi esterni ed interni o di qualche stanza visibile dall’esterno, scoraggia i malviventi che correrebbero il rischio di essere scoperti.
Per non impattare sul consumo energetico lasciando le luci accese tutto il giorno, ci sono sistemi di gestione smart
· Non comunicare i piani di vacanza per non farsele rovinare
Buona regola è non pubblicare sui social network informazioni o fotografie: è bene condividere con gli amici la propria esperienza solo una volta tornati a casa. Sempre meglio non lasciare nemmeno messaggi in segreteria telefonica comunicando troppi dettagli sulle proprie vacanze – come data di partenza e rientro – per essere sicuri che i ladri non traggano vantaggio da queste preziose informazioni.
ll problema della sicurezza è all’ordine del giorno è consigliabile abbinare ai tradizionali sistemi d’allarme alcuni accorgimenti di “sicurezza passiva”: una volta individuati i punti d’ingresso più deboli, corsia privilegiata per i ladri, proteggerli con porte e tapparelle blindate, serrature di sicurezza e vetri antisfondamento eviterà sorprese indesiderate al rientro. Una porta d’ingresso non abbastanza robusta, infatti, potrebbe essere facilmente sfondata o manomessa.
· Chiedere aiuto ai vicini di casa
Sapere di poter contare sul supporto di qualcuno quando si è fuori casa, che sia per qualche ora o per giorni interni, permette di partire a cuor leggero. L’ideale è quindi coltivare un buon rapporto di fiducia reciproca con i vicini e chieder loro di controllare periodicamente le giacenze di posta dalla cassetta, in modo da non fornire ai malintenzionati nessun indizio di prolungata assenza da casa. Inoltre, sensibilizzare a prestare attenzione a tutto ciò che può sembrare anomalo nel vicinato - come auto e furgoni parcheggiati o individui sospetti - è sicuramente un ottimo accorgimento di prevenzione: spesso il furto è preceduto da un’attenta osservazione delle abitudini.
· Scovare nascondigli introvabili
I primi posti visitati dai ladri sono armadi, cassetti e vasi. È quindi fondamentale non lasciare denaro, documenti e oggetti di valore incustoditi per casa, ma riporli nel giusto nascondiglio impedendo così agli intrusi di trovare facilmente oggetti da rubare. Una soluzione sicura è sicuramente la cassaforte, ma in questo caso è necessario assicurarsi di scegliere una combinazione segreta – difficile da individuare – e di rivelarla solo ai familiari.
· Controllare la casa durante le vacanze, anche da lontano
In questi ultimi anni la tecnologia ha notevolmente migliorato la vita delle persone: semplicemente dal palmo della propria mano è possibile gestire in toto la propria dimora, sia localmente che da remoto. Attraverso telecamere da interno ed esterno è possibile infatti sorvegliare qualsiasi angolo dell’abitazione attraverso apposite app installate su smartphone o tablet.
· Lasciare la luce accesa è un ottimo deterrente
La luce accesa è un valido alleato: fa sembrare che in casa ci sia qualcuno anche se in realtà è vuota. Mantenere un’adeguata illuminazione degli accessi esterni ed interni o di qualche stanza visibile dall’esterno, scoraggia i malviventi che correrebbero il rischio di essere scoperti.
Per non impattare sul consumo energetico lasciando le luci accese tutto il giorno, ci sono sistemi di gestione smart
· Non comunicare i piani di vacanza per non farsele rovinare
Buona regola è non pubblicare sui social network informazioni o fotografie: è bene condividere con gli amici la propria esperienza solo una volta tornati a casa. Sempre meglio non lasciare nemmeno messaggi in segreteria telefonica comunicando troppi dettagli sulle proprie vacanze – come data di partenza e rientro – per essere sicuri che i ladri non traggano vantaggio da queste preziose informazioni.
Fede nuziale persa 15 anni fa: la ritrova due mesi dopo la morte della moglie
Fede nuziale persa 15 anni fa: la ritrova due mesi dopo la morte della moglie. David Penner, 68enne di Great Meadows, negli Usa, aveva sotterrato ogni speranza di trovarla. Fino a pochi giorni fa, quando un annuncio su un sito lo ha ricongiunto al suo anello e, in qualche modo, alla sua Nancy che è morta lo scorso 30 settembre all’età di 67 anni.Quindici anni fa David e sua moglie erano andati alla Wyckoff Tree Farm per comprare un abete di Natale. Un momento di felicità macchiato dalla perdita della fede nuziale di David che, in breve tempo e dopo ore di ricerche, dovette rassegnarsi al fatto che non lo avrebbe più ritrovato. Dal 2001 a oggi David non ha mai voluto sostituire il pegno d’amore donatogli sull’altare dalla sua Nancy.Poi, scrive Il Messaggero, quando ormai le speranze erano perse, il destino ha voluto che quel cerchio d’oro e l’uomo che lo aveva portato al dito dal 20 luglio 1974 si ritrovassero. Lo scorso aprile John Wyckoff, proprietario della tenuta, ha notato un oggetto luccicante tra la terra e fra le mani si è ritrovato un anello con all’interno un’iscrizione: “To David. Love. Nancy”.
È stato scoperto dal grandissimo Federico Fellini quando era ancora uno studente. Ha alle spalle un’infinità di film di successo e per anni ha goduto della fama raggiunta grazie al suo personaggio più famoso, Pierino. Eppure oggi Alvaro Vitali è un semisconosciuto, soprattutto per le nuove generazioni che probabilmente non hanno la benché minima idea di chi sia. Ha 66 anni l’attore dall’aspetto buffo che ha fatto ridere milioni di persone e che è diventato un simbolo di quel filone della commedia sexy all’italiana di cui adesso non v’è più traccia, ma è stato costretto a reinventarsi insieme a sua moglie, Stefania Corona, cantautrice di dieci anni più giovane per poter andare avanti. È lui stesso a raccontarsi in un’intervista-sfogo rilasciata al settimanale Oggi. L’attore, indimenticabile anche nei ruoli di Gian Burrasca, Giggi il bullo e Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento, è stato praticamente dimenticato dal mondo del cinema, quello stesso mondo che negli anni Settanta e Ottanta gli aveva regalato tanto successo.
''Sono stato dimenticato – dice senza mezzi termini al giornalista di Oggi - Eppure ho lavorato con grandi registi: Fellini, Risi, Monicelli e perfino Roman Polanski. Di Pierino ho girato quattro film, ma in tutto ne ho fatti oltre 150''. Come detto, quindi, ha dovuto trovare una nuova occupazione per guadagnarsi da vivere e c’è riuscito grazie alla moglie. ''Da 15 anni giro l’Italia con mia moglie, Stefania Corona, che è anche una brava cantautrice – continua Vitali - Abbiamo deciso i mettere insieme le forze anche dal punto di vista professionale. Ci esibiamo insieme: io racconto barzellette, lei canta. Siamo una coppia comica collaudata: andiamo forti nei ristoranti, nei matrimoni e nelle feste di compleanno. Per quanto riguarda la mia carriera di attore, invece, mi pare evidente che il cinema mi abbia lasciato solo''.
Non è la prima volta che l’attore denuncia di essere stato dimenticato dal mondo del cinema, ma in questa intervista torna sull’argomento. Parla del personaggio che ha decretato il suo successo, Pierino, che è stato però anche la sua rovina: ''Il cinema mi ha fatto diventare Pierino e poi, finita la stagione di quelle commedie, non mi ha trattato come un attore, ma come il personaggio che mi era stato cucito addosso – racconta - Diciamo che lo amavo e lo detestavo. Lo amavo perché alla fine mi somigliava: da piccolo ero un discolo come lui. Lo detestavo perché capivo già allora che il rischio di essere 'mangiato' da quel personaggio era molto alto. E infatti…''.
BELLA E...
Su Facebook, Giorgia Meloni ha augurato un buon Natale a tutti i suoi ammiratori, e non solo. "Auguro all'Italia un Natale di tradizioni e un 2017 di rivoluzioni!". E a corredo della frase una foto molto curiosa, nella quale la leader di Fdi si mostra con cappello rosso da Babbo Natale.
Di seguito, il post di Giorgia Meloni:
Giorgia Meloni, gli auguri di Natale con cappello rosso
Su Facebook, Giorgia Meloni ha augurato un buon Natale a tutti i suoi ammiratori, e non solo. "Auguro all'Italia un Natale di tradizioni e un 2017 di rivoluzioni!". E a corredo della frase una foto molto curiosa, nella quale la leader di Fdi si mostra con cappello rosso da Babbo Natale.
Di seguito, il post di Giorgia Meloni:
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