mercoledì 4 gennaio 2017

BARI, MALATO TERMINALE SPOSA LA COMPAGNA E MUORE DOPO CINQUE GIORNI

Bari, malato terminale sposa la compagna e muore dopo cinque giorni

Poco più di un anno fa, nel novembre 2015, aveva scoperto di avere una malattia che difficilmente gli avrebbe lasciato scampo, un linfoma non Hodgkin leucemizzato refrattario al trattamento. A 38 anni Francesco (nome di fantasia), barese di provincia (Rutigliano), dirigente di un'azienda agricola, ha deciso di fare un regalo alla sua Maria (anche questo nome di fantasia), la compagna casalinga di origini romene con la quale era diventato padre di due bimbe di 7 e 8 anni. Due giorni prima di Natale ha detto di "sì" nella chiesa dell'Istituto oncologico "Giovanni Paolo II" di Bari, dov'era ricoverato, e l'ha sposata. Il suo "per sempre" è durato cinque giorni, quando Francesco si è spento in un letto dell'ospedale. La storia di Francesco e Maria ha commosso e mobilitato praticamente tutto il personale dell'Istituto tumori, e in particolare il reparto di Ematologia. Da quando la situazione clinica era andata peggiorando, l'ultimo desiderio di Francesco era diventato quello di tutelare le due figlie. «Era un giovane paziente in condizioni estremamente critiche - racconta il dott. Attilio Guarini, direttore dell'Unità operativa complessa di Ematologia dell'Istituto tumori - la sua compagna ha espresso la volontà, condivisa dal paziente e dalla famiglia, di unirsi in matrimonio anche per evitare alle due figlie della coppia e ad essa stessa i concreti rischi di natura legale-civile connessi alla prematura perdita del congiunto». Così si è messa in moto una complessa macchina burocratica per consentire a Francesco e alla sua compagna di coronare il sogno, anche se sarebbe durato pochissimo tempo. Ciascuno per le proprie competenze ha dato il proprio contributo affinché quel piccolo sogno si realizzasse pur in uno scenario drammatico, dal personale sanitario al cappellano dell'Oncologico, don Mario Persano, all'assistente sociale, agli ufficiali di stato civile messi a disposizione dal Comune di Bari. Il 23 dicembre scorso, con lo sguardo ombrato dalla malinconia e con i segni della malattia sul corpo, Francesco ha sposato Maria. Cinque giorni dopo, il 28 dicembre, lui l'ha lasciata per sempre, ma sapendo di aver fatto alla sua compagna e alle sue figlie il regalo di Natale più bello.
Le nozze sono state rese possibili grazie al personale dell'ospedale e al Comune, tutti decisi a realizzare l'ultimo sogno dell'uomo


Un tragico e preannunciato destino ha soffocato i sogni della coppia, convolata a nozze solo un paio di giorni prima di Natale. E non importa se l’abito di Maria non era bianco e lui non ha indossato il classico smoking insistendo piuttosto affinché la chiesa dell’ospedale “Giovanni Paolo II” si trasformasse in una cappella nuziale.
Francesco, 38enne della provincia di Bari, è deceduto nell’Istituto tumori in cui era ricoverato, affetto da un linfoma non Hodgkin leucemizzato refrattario al trattamento. Eppure se n’è andato sereno. Il suo desiderio più grande, da quando la situazione clinica non lasciava ben sperare, era tutelare i due figli avuti con l’amata compagna di nazionalità rumena.
«Un giovane paziente degente presso l’Ospedale era in condizioni estremamente critiche - racconta il dottor Attilio Guarini, Direttore dell'Unità Operativa Complessa di Ematologia - La sua compagna extracomunitaria esprimeva la volontà, condivisa dal paziente e dalla famiglia, di unirsi in matrimonio anche per evitare alle due figlie della coppia e ad essa stessa i concreti rischi di natura legale-civile connessi alla prematura perdita del congiunto».
Parte da queste premesse la storia che ha commosso l’intero personale dell’IRCCS barese e in particolare del reparto di Ematologia impegnato a garantire l’eccellenza e l’umanizzazione del percorso di cura, e in questo caso più che mai solerte nel semplificare le procedure che hanno portato a realizzare quel matrimonio inaspettato.
Su sollecitazione del dottor Antonello Rana e dell’infermiera Rosalba Fracchiolla, i veri motori del “sì” speciale, la macchina burocratica si è messa in moto: «Abbiamo quindi provveduto a contattare la direzione sanitaria guidata dal dottor Alessandro Sansonetti che si è dimostrata competente e tempestiva nella gestione di una problematica di raro riscontro, e la dottoressa Maricla Marrone medico legale che, distintasi per la grande umanità, ha prontamente interpellato Alessandro dell’Erba, ordinario di medicina legale dell’Università di Bari e il Direttore Generale del Comune di Bari, Vito Leccese che immediatamente si è attivato fornendomi la disponibilità, extra doveri di ufficio, della dottoressa Olga Scattarelli», continua Guarini
Del resto, l’elenco delle persone da ringraziare è lungo, perché la vicenda nella sua apparente semplicità ha visto il coinvolgimento emotivo oltre che pratico di tutti gli intervenuti, ciascuno nelle proprie competenze. Pronti a rispondere “presente” anche il cappellano dell’Oncologico don Mario Persano e l’assistente sociale Anna Saccinelli, oltre che gli ufficiali di stato civile del comune di Bari.Con lo sguardo ombrato dalla malinconia e con i segni della malattia sul corpo, Francesco ha sposato Maria. Un grande dolore è stato mitigato da un momento di felicità pura, fornendo un «esemplare esempio di umanità da parte di tutti gli operatori coinvolti», conclude Guarini.



IL PM: UNA TRAGICA FATALITÀ

Putignano, cade su un piatto e 

si taglia la gola: muore bimbo

 2 anni




Un bambino di due anni è arrivato in fin di vita, ed è poi morto la notte scorsa, nell'ospedale Giovanni XXIII di Bari dopo essere caduto, in casa su alcuni cocci di un piatto di ceramica, andato in frantumi, che gli hanno reciso la carotide. Il piccolo, soccorso dai familiari, è stato dapprima portato nell'ospedale di Putignano e poi trasferito al pediatrico di Bari. Il bimbo era caduto da una sedia in cucina, nella abitazione dei genitori a Putignano (Ba), e un piatto sarebbe andato in frantumi. Una scheggia della stoviglia lo avrebbe poi colpito alla carotide recodendola. Per prassi la Procura ha disposto il sequestro della salma nominando un medico legale per stabilire le cause esatte della morte del piccolo al magistrato di turno. Le prime risultanze sono già state prodotte e riferite al pm che deciderà riguardo all'opportunità di procedere facendo eventuali ulteriori accertamenti. Dell'accaduto sono stati informati i carabinieri.  

 
Mastica un chewingum  e rischia il soffocamento grave un bimbo di 2 anni

Un bambino di due anni è arrivato in fin di vita, ed è poi morto la notte scorsa, nell’ospedale Giovanni XXIII di Bari dopo essere caduto, in casa, su alcuni cocci di un piatto di ceramica, andato in frantumi, che gli hanno reciso la carotide. Il piccolo, soccorso dai familiari, è stato dapprima portato nell’ospedale di Putignano e poi trasferito al pediatrico di Bari.Per prassi, la Procura ha disposto il sequestro della salma nominando un medico legale che riferisse riguardo alle possibili cause di morte del piccolo al magistrato di turno. Le prime risultanze sono già state prodotte e riferite al pm che deciderà riguardo all’opportunità di procedere facendo eventuali ulteriori accertamenti. Dell’accaduto sono stati informati i carabinieri.Tuttavia, il il pm di turno, Larissa Catella, ha deciso che non sarà svolto nessun ulteriore accertamento tant'è che ha disposto la restituzione della salma alla famiglia dopo aver ricevuto la relazione dei Carabinieri e del medico legale Biagio Solarino, che ha svolto l’esame cadaverico esterno. Una tragica fatalità, dunque, quella che ha causato la morte del bambino: da qui la decisione del magistrato di non disporre l’autopsia.Stando alla ricostruzione fatta dagli investigatori, il piccolo era a tavola e cenava con i genitori, quando ha perso l'equilibrio ed è caduto su un piatto di ceramica, che nell’ impatto con il pavimento, si è rotto e sui frammenti del piatto è finito il bambino. Portato d’urgenza all’ospedale di Putignano e poi al pediatrico Giovanni XXIII di Bari, per il bambino non c'è stato nulla da fare.

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