lunedì 2 gennaio 2017

il lettone

CAROLINE SLATTELI FOTO N.004


Sono una donna terribile e ne sono perfettamente consapevole.
Quella sera mi stavo masturbando nel mio letto, quando una passione focosa e ardente mi pervase come uno spirito demoniaco.
Mi alzai dal letto e mi diressi a tentoni nella camera di Bruno e Andrea. Non ci posso ancora credere.
Entrai nella loro stanza e mi tolsi la vestaglia da notte, rimanendo completamente nuda.
Mi infilai nel letto di Andrea, sperando che Bruno non si svegliasse.
Era caldo in quel letto e lui si accorse subito della mia presenza. Si voltò e sentendo il mio corpo nudo su di lui, si eccitò immediatamente. Lo sentii distintamente, il suo pene duro premeva verso di me.
-Cosa succede, mamma.
-Stai zitto, ti prego.- dissi, abbassandogli i pantaloni.
Mi misi silenziosamente su di lui ed infilai il suo membro dentro la mia vagina.
Entrò alla perfezione. Aveva un cazzo semplicemente meraviglioso, esattamente come quello di suo padre.
Lo baciai sulla bocca un paio di volte, fino a quando lui non inserì nella mia bocca la sua lingua umida e guizzante.
-Ah.- sussurrò timidamente.
Eccitato come un diavolo, sentendo un mio movimento pelvico. Era tutto così immorale ed eccitante.
Mi bagnai tantissimo, forse come non mi era mai successo in tutta la mia vita. Adoravo essere scopata da mio figlio. Aveva proprio un gran bel cazzo.
-Che succede?- domandò Bruno.
Si era svegliato.
-Tra poco vengo da te. Tranquillo.- dissi, continuando a salire e scendere sul cazzo di mio figlio.
Adesso potevamo farlo un po’ più forte, visto che suo fratello si era svegliato.
Iniziai a farmelo come un’ossessa, saltellando su di lui come una molla.
Mi venne dentro e venni anch’io con lui, come se i nostri orgasmi fossero quasi sincronizzati.
Avrei dovuto fingere un orgasmo con Bruno, per evitare la classica competizione tra fratelli. Bruno non mi faceva mai venire.
Mi piaceva scoparlo o fargli i pompini, ma l’orgasmo non lo raggiungevo quasi mai.
Poi aveva quell’ossessione per il sesso anale che a me faceva solamente un gran male.
Uscii dal letto di Andrea un po’ spossata ed entrai in quello di Bruno. Era la mia doppia razione di sesso notturno.
-Ciao, mamma.
-Ciao, piccolo.- dissi, iniziando a masturbargli il cazzo.
Le sue mani sui miei seni erano fredde ma eccitanti.
-Prendimelo in bocca.- mi chiese, sebbene il suo tono sembrava più una sorta di ordine.
Ubbidii e gli presi in bocca il pene, iniziando a ciucciare. Mi è sempre piaciuto fare pompini e non ho mai capito perché molte donne si ostinino a non farli ai loro uomini, quando io li faccio perfino ai miei figli.
Il cazzo mi entrava ed usciva dalla bocca, mentre la sua mano mi spingeva la testa sempre più in basso.
Non raggiungevo l’orgasmo, ma non fraintendetemi, adoravo fare quelle cose con lui.
Non ho mai amato gli uomini gentili e mio figlio Bruno non è un uomo gentile; lui e più un tipo da sbatterti la faccia fino alla base del cazzo, fregandosene se ti viene da vomitare o cose del genere.
Quando scopi con lui sei solamente la sua puttana, una puttana da denigrare col corpo.
Detta così potrebbe suonare un po’ male, ma era molto bello fare sesso con lui.
-Ok, ok, sali piccola… girati che te lo metto in culo.
Ero perfettamente consapevole del fatto che Andrea soffrisse molto nel sentire suo fratello parlare in quella maniera, ma non ci potevo fare niente. Una buona madre doveva essere equa coi suoi figli.
Propio mentre il pisello di mio figlio entrò nel mio ano, facendomi abbastanza male, sentii lo sperma dell’altro mio figlio colarmi dalla figa.
Perché mi ostinavo a comportarmi in quella maniera?
Avevo un cazzo in culo eppure la mia sofferenza non era nell’ano, ma nel cuore.
-Ti piace quando ti fotto il culo, eh? Ti piace?






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