giovedì 5 gennaio 2017

Lo scandalo

LA SENTENZA

Sesso nel confessionale, assolti: "Non è atto osceno in luogo pubblico"












Sesso nel confessionale, assolti: "Non è atto osceno in luogo pubblico"

Chi fa sesso in un confessionale non commette reato. Si è pronunciata così corte d'appello di Bologna, che ha prosciolto una coppia dal reato di atti osceni in luogo pubblico, condannata in primo grado per aver avuto un rapporto sessuale all'interno di un confessionale del Duomo di Cesena
Denunciati per atti osceni in luogo pubblico, i due giovani furono condannati in primo grado a tre mesi di reclusione. La vicenda scosse la comunità religiosa, e nel Duomo venne fatta una messa di riparazione. Nel frattempo, il difensore dei due ragazzi decise di far valere una diversa interpretazione dei fatti davanti alla legge e ora, con la sentenza della corte, è riuscito a scagionare i suoi clienti.
"Ho sostenuto che il confessionale, non essendo un luogo esposto al pubblico, ma nel quale viene esercitato il sacramento della confessione, è per sua natura un luogo chiuso e non visibile. Quindi abbiamo cercato di dimostrare che non era possibile far valere l'accusa di atti osceni in luogo pubblico perché il luogo è privato"

INCREDIBILI SVILUPPI

Padova, la canonica maledetta: Don Andrea Contin non è l'unico prete ad aver dato scandalo 


IPadova, la canonica maledetta: Don Andrea Contin non è l'unico prete ad aver dato scandalo 

Sembra che la canonica di Padova dove, fino a poco tempo fa, esercitava la sua missione don Andrea Contin, il prete sporcaccione, sia stata segnata dall'esercizio di altri sacerdoti "discutibili". Il suo predecessore, Don Sante Sguotti, per esempio, è stato colpevole di una truffa ai danni della Regione e ha abbandonato la tonaca dopo aver confessato di aver avuto un figlio da una parrocchiana. Don Lucio Sinigaglia invece si sarebbe appropriato indebitamente dell'eredità di un farmacista destinato alla Caritas e ancora, don Paolo Spoladore fu allontanato per una attribuita paternità. Quest'ultimo scandalo, a sfondo sessuale, sembra proprio essere la cima di una serie di scandali che hanno visto come protagonista proprio la canonica di San Lazzaro, la Città del Santo, una delle mete più visitate dalla cristianità.
L'ultima vicenda, forse la più grave, vede il parroco Andrea Contin, un ex avvocato che ha abbracciato tardi la vocazione sacerdotale, accusato di violenza privata, favoreggiamento-sfruttamento della prostituzione e porto abusivo di armi. Si è fatta luce sulle illecite abitudini del parroco quando è arrivata ai carabinieri, il 6 dicembre, la denuncia di una madre di famiglia di 49 anni, che aveva intrecciato un relazione d'amore con il suddetto sacerdote, trasformatasi poi in un rapporto talmente violento, da farla finire in ospedale. E non solo, la donna ha raccontato anche di strani rapporti sessuali in canonica, insieme ad altri uomini, incontrati poi anche all'estero, in Croazia, nel villaggio francese di Cap d'Adge e in luoghi di scambisti dove aveva avuto la brutta sensazione di essere scambiata per una prostituta, dato che uno di questi partner occasionali gli aveva offerto volentieri dei soldi. Ai rapporti sessuali poi si sono aggiunte anche le minacce: con un coltello, con una pistola e infine la ritorsione di un film hard per indurla al silenzio.
La storia raccontata dalla donna ha avuto poi conferma quando gli investigatori, durante una perquisizione, hanno scoperto "la stanza dei giochi" del prete in cui, chiusi sotto chiavi, erano ben conservata oggettistica varia degna di un sexy shop (stivali di gomma col tacco, collari, bustini, manette, corsetti), accanto ad sacrilego crocifisso rovesciato. L'agenda di don Contin infine non ha fatto altro che aggiungere altri particolari alla vergognosa vicenda: una lista con i nomi di molte donne, sei di loro, interrogate dalle forze dell'ordine, hanno ammesso di aver avuto rapporti con il prete, consenzienti, in un solo caso poco voluti. Una costante sembra accomunare le donne sedotte dal prete, tutte affermano infatti che il primo approccio è avvenuto in un momento di crisi coniugale. Per questo motivo, il prete indagato, che nel frattempo ha lasciato la tonaca, ha abbandonato in fretta e furia anche il paese, sicuramente terrorizzato dall'idea subire qualche ripercussione dai mariti, traditi e arrabbiati. Alla curia di Padova non erano nuove le accuse mosse al sacerdote, come scrive il Corriere, la Diocesi ha spiegato che "in seguito ad alcune segnalazioni avevamo avviato un’indagine “previa”, come dicono i canoni 1717 e 1718 del diritto canonico". Il fascicolo però rimane blindato, la Diocesi, invocando i Patti Lateranensi, si è rifiutata di consegnare il fascicolo al pm.


CONFESSIONE

L'amante del prete porcello: "Sesso per giorni interi: come

mi ha sedotto












L'amante del prete porcello: "Sesso per giorni interi: come mi ha sedotto"

Lo chiamano il sacerdote-porcello. Lui è Don Andrea Contin, parroco di San Lazzaro di Padova, indagato per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione. Con un'intervista anonima al quotidiano il Mattino di Padova, una delle amanti del prete (in tutto quindici) racconta la sua storia peccaminosa. "Avevo una vita normale. Ero serena e non cercavo uomini. Ho un figlio, un lavoro. È stato lui a pressarmi. A starmi addosso. A inviarmi valanghe di messaggi. A farmi una marea di telefonate".
La donna poi ha ceduto: "Io non ci pensavo davvero. Facevo volontariato, ero impegnata in parrocchia e non solo. Ripeto, avevo un’esistenza serena e non stavo cercando uomini o relazioni. È stato lui pressante fin da subito. Era molto dimagrito ed effettivamente appariva provato. Mi diceva che stava male. Che era in crisi. Che piangeva spesso anche per strada. Faceva un po’ la vittima. E poi continuamente mi mandava messaggi, sms. Mi chiamava al telefono".
Il primo bacio scatta in canonica, poi si passa al sesso consumato. "Avveniva in canonica e in diverse case ... ma non dico di più perché ci sono accertamenti. Quando? A tutte le ore: di mattina, di pomeriggio, a notte fonda. Sempre".



CHIESA

"Il bacio al pavimento, il cilicio sulla carne, le fruste, il sesso: i miei 30 anni dentro l'Opus Dei"














"Il bacio al pavimento, il cilicio sulla carne, le fruste, il sesso: i miei 30 anni dentro l'Opus Dei"


Trent'anni dentro l'Opus Dei in Spagna tra divieti e mortificazioni fisiche atroci. A raccontarli è Antonio Esquivias, 60 anni, che sull'edizione spagnola di Vice racconta come e perché ha deciso di uscire dall'istituzione cattolica fondata nel 1928 da Josemaría Escrivá. Oggi è sposato con la musulmana Amina, ha una figlia naturale e tre avuti precedentemente dalla compagna e non rimpiange praticamente nulla della sua vita passata. Una vita di privazioni e rigore estremo, psicologico e corporale.

La giornata - Esquivias entra nell'Opus Dei a 16 anni, da numerario. A quell'epoca, nell'ultima Spagna franchista, l'Opus Dei era la frangia più progressista della chiesa spagnola e nessuno lo aveva avvertito di come avrebbe vissuto. "Mi alzavo presto, poco dopo le sei e mezza (...). Subito dopo veniva la prima offerta del giorno: baciare il pavimento e recitare Serviam!, che significa Servirò, rivolto sia a Dio che all'Opus Dei". Quindi doccia gelata, mezzora di preghiera riservata ai numerari, funzione, colazione. "Dalle nove all'una mi dedicavo allo studio, interrompendomi soltanto per la preghiera dell'Angelus di mezzogiorno. Dopo venivano un quarto d'ora di letture spirituali, il pranzo e le preghiere del pomeriggio". Fino alle 21.30 andava a studiare alla Facoltà di Ingegneria agraria, tornava nella residenza, cenava, esame di coscienza, tre Ave Maria della purezza e a letto. Così, ogni giorno. 
Le mortificazioni - Poi c'erano le piccole mortificazioni quotidiane: dettagli, per "desensibilizzare le necessità di base", come togliere zucchero al caffè, piaceri a cui rinunciare o "comodità" come l'appoggiare la schiena allo schienale. E poi le mortificazioni corporali, dolorosissime: "Per due ore al giorno bisognava fare il cilicio, una cinghia di metallo provvista di punte da utilizzare sulla coscia, e una volta a settimana si passava alla disciplina: una frusta di corda intrecciata per la schiena". Una volta a settimana gli uomini dormivano per terra, mentre le donne dormivano tutte le notti su una tavola di legno.
Controllo totale - L'aspetto forse più devastante sul lungo periodo è quello psicologico: "Nell'Opus Dei il controllo è totale e su tutti gli aspetti della vita, da quello più quotidiano a quello più intimo o personale". Ogni azione compiuta deve essere segnalata ai superiori, così come per ogni lettura occorreva chiedere l'autorizzazione: "Io mi trovai a chiedere il permesso per leggere un libro di Ratzinger, che poi sarebbe diventato Papa, perché era considerato un testo che si allontanava dalla dottrina dell'Opus".
Il sesso e la purezza - Ovviamente, il controllo e l'autocontrollo sulla sessualità sono pilastri di questo stile di vita. "Si usa il termine purezza, qualunque cosa può essere impura, soprattutto tra i membri numerari che non si sposano. C'era un tema ricorrente, il controllo dello sguardo, che in termini molto semplici indicava l'approccio visivo alle donne quando si era per strada. Io mi ero abituato a non spostare lo sguardo dai piedi". Il risultato per Esquivias è stato quello di soffocare la sessualità: "Il mio primo contatto col sesso è avvenuto a 44 anni, quando ero già uscito dall'Opus, e la mia prima masturbazione è arrivata anche più tardi, perché era una cosa che avevo demonizzato per troppo tempo". Tutto questo rigore e libertà violata hanno portato il numerario a protestare sempre più apertamente, fino a farlo oggetto di mobbing. "Ero stato direttore delle residenze universitarie, mi vedevo senza futuro: mi avevano allontanato da ogni possibile attività, lasciato solo. Entrai in depressione e decisi di lasciare l'Opus. Non mi importava di cosa sarebbe successo dopo".


STRANE COPPIE

Le due suore s'innamorano in gita: il (clamoroso) finale della storia












Le due suore s'innamorano in gita: il (clamoroso) finale della storia

Isabel e Federica sono due suore francescane che si sono conosciute mentre erano missionarie. Costrette ad abbandonare il velo per il loro amore, domani si uniranno civilmente nel comune a Pinerolo.  Una delle due donne ha 44 anni, una laurea in filosofia e una vita trascorsa nelle missioni del mondo. L'altra si è sempre dedicata ai poveri ed ai tossicodipendenti. Conosciutesi durante un viaggio pastorale, hanno capito di amarsi. "Dio vuole le persone felici, che vivano l’amore alla luce del sole", dice Isabel in un'intervista alla Stampa. "Chiediamo alla nostra chiesa di accogliere tutte le persone che si amano", conclude Federica.
L'unione verrà celebrata dal sindaco Luca Salvai, ma ci sarà anche una funzione religiosa celebrata da Franco Barbero, un prete cacciato e scomunicato dal Vaticano a causa delle sue posizioni di apertura verso i matrimoni tra persone dello stesso sesso. "Ma io continuo a sentirmi un prete fino alla punta dei capelli - spiega -. Amo la mia chiesa, faccio il prete tutto il giorno a tempo pieno". 


SALVATRICI

Le suore si travestono di prostitute per salvare le donne in difficoltà

Le suore si travestono di prostitute per salvare le donn in difficoltàUna vera task force di 110 suore sparse in 80 Paesi combatte il traffico degli esseri umani e la schiavitù nel Mondo dal 2004. Le religiose della rete Talitha Kum con l'inganno sono abituate a infiltrarsi nei bordelli delle organizzazioni criminali per entrare a stretto contatto con le persone che subiscono abusi, vengono maltrattate o schiavizzate. L'idea del banchiere e filantropo John Studzinski è riuscita a salvare l'1% della popolazione mondiale ovvero l'equivalente di 73 milioni di persone come l'intera popolazione di Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile e Bolivia. Il 70% delle persone in difficoltà è costituito dalle donne, di cui la metà ha un'età inferiore ai 16 anni. 
Le storie da brividi - Studzinski alla Conferenza delle Donne, la Trust Women Conference, ha parlato a proposito dei casi raccapriccianti che ogni giorno le sue suore "prostitute" vedono: "Una donna, un giorno, non riuscì a raggiungere l'obiettivo di 12 clienti al giorno, quindi venne rinchiusa in una gabbia senza cibo e costretta a mangiare le sue feci. Un'altra, invece, era stata costretta a fare sesso con 10 persone contemporaneamente". "Sono queste storie che hanno portato le nostre suore a convincersi che fosse necessario intervenire. Ed è per salvare queste persone che si travestono e si infiltrano nei bordelli di proprietà delle organizzazioni criminali. Queste suore non hanno fiducia in nessuno. Non hanno fiducia nei governi, non hanno fiducia nelle corporazioni, non hanno fiducia nella polizia locale, e in alcuni casi non possono confidare neanche nel clero di sesso maschile", ha poi aggiunto il filantropo nobile.
















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