domenica 1 gennaio 2017

Fausto Coppi, 57 anni fa la morte della leggenda del ciclismo





immagine Fausto Coppi, 57 anni fa la morte della leggenda del ciclismo -Video


L’Airone è morto il 2 gennaio 1960, a soli 40 anni, a causa di una malaria non curata in tempo dai medici. Fausto Coppi è la leggenda del ciclismo. Ha vinto: 5 Giri d’Italia, 2 Tour de France, 3 Milano-Sanremo, una Parigi-Roubaix, un Mondiale su strada e 2 su pista.
“L’uomo solo al comando”, era riuscito a fare sognare l’Italia povera e contadina che tentava faticosamente di scrollarsi di dosso il fardello della guerra. Leggendaria fu la rivalità con Gino Bartali, che divise gli italiani nell'immediato dopoguerra. Una rivalità solo sportiva: celebre la foto che ritrae i due campioni mentre si passano una bottiglietta durante una salita al Tour del 1952.
Gianni Brera lo ha descritto così: “La figura del Coppi dava l’impressione di un’invenzione della natura per completare il modestissimo estro meccanico della bicicletta”.


La storia di Fausto Coppi non è solo e semplicemente ciclismo: certo i numeri e l’elenco delle sue vittorie sarebbero sufficienti ma non bastano a spiegare perchè Fausto Coppi divenne “il Campionissimo” , un mito non solo in Italia ma in tutta Europa che dura ancora oggi. 
Oltre alle vittorie non e’ possibile dimenticare l’acerrima rivalità con Gino Bartali che parrebbe presa da un romanzo: è il 1940 , Fausto Coppi e’ ancora sconosciuto ai più ed inizia a correre come gregario proprio nella squadra di Bartali che è gia un campione affermato. 
Tutto sembra già scritto ed invece Coppi ribalta i pronostici e vince il Giro d’Italia davanti ad un Bartali furente...una rivalità che comincia così e che negli anni dividerà l’Italia in due puo’ solo ingigantire le figure di Coppi e Bartali. 
Il numero di vittorie, dicevamo, pone poi un altro dubbio. ma se non ci fosse stata la guerra o se Coppi non avesse sofferto la serie di incredibili infortuni patiti fino a che punto sarebbe arrivato? Quanto avrebbe vinto? 

Fausto Coppi, il CampionissimoPerchè Il Campionissimo, quando vinceva, lo faceva spesso in modo spettacolare . Basti ricordare la celebre frase di Mario Ferretti “«Un uomo solo è al comando della corsa, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi” .Ed a me piace ricordarne un’altra, meno famosa ma forse ancora piu’ evocativa: l’occasione è la Milano-Sanremo del 1946 , Nicolò Carosio il radiocronista. Fausto Coppi arriva al traguardo con 14 minuti di vantaggio sul secondo ed il commento di Carosio alla radio è : "Primo Fausto Coppi… e in attesa degli altri concorrenti trasmettiamo musica da ballo" Poi c’e’ la vita privata. Fausto Coppi si sposa il 22 novembre 1945 con Bruna Ciampolini e da questa unione nasce la figlia Marina l'11 novembre 1947 . 
Nel 1953 questa “normalità” termina bruscamente : Fausto conosce Giulia Occhini , colei che per la stampa diventerà ben presto “la dama bianca” e per lei lascia la famiglia . 
Per l’Italia degli anni cinquanta è un fatto inaudito e di portata eccezionale, specialmente perchè compiuto da una celebrità quale è Coppi. Ancora una volta il nome del Campionissimo appare su tutti i giornali ma non più per le imprese sportive. 
Ci sarà un processo con una condanna sia per Fausto Coppi che per Giulia Occhini che dovranno espatriare, prima in Messico per sposarsi e poi in Argentina per dare alla luce il loro figlio Angelo Fausto (detto Faustino) in modo che possa prendere il cognome del padre. 

Fausto Coppi campione del mondoInfine c’e’ la morte a soli 40 anni. Fausto Coppi con altri amici ciclisti fra cui Raphael Géminiani vanno in Africa nell’attuale Burkina Faso per partecipare ad una corsa e poi ad una battuta di caccia.
Tornati a casa sia Coppi che Geminiani cadono gravemente ammalati ma al corridore francese viene correttamente diagnosticata la malaria mentre a Coppi i medici diagnosticano una forte influenze e per tale patologia lo curano.
Purtroppo la diagnosi è sbagliata e di conseguenza anche le cure. 

Fausto Coppi muore a Tortona il 2 Gennaio 1960. 

Nella figura di Fausto Coppi si riassumono alla fine il grande campione, l’uomo bersagliato dalla sfortuna con i tanti infortuni, una vita sentimentale sofferta ed una morte precoce che dire sfortunata è poco. 
Ce ne sarebbe a sufficienza se fosse stato un personaggio di fantasia nato dalla penna di uno scrittore ma essendo una persona reale abbiamo il mito e la leggenda del Campionissimo per molti appassionati che non lo vogliono scordare.

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